lunedì 13 febbraio 2012

Mattone o pietra miliare? A voi l'ardua sentenza

Parlando di letteratura italiana è impossibile non citare Manzoni, generalmente ovunque ricordato solo per la sua opera principale ed universalmente conosciuta, vale a dire I promessi sposi. Ma la conosciamo davvero, od è più giusto dire che la sua lettura ci è stata imposta, e proprio per questo non l'abbiamo mai amata?

Premettendo che io credo che non sia giusto costringere qualcuno a leggere un romanzo, per quanto bello possa essere, è innegabile che l'obbligo di studiare le avventure di Renzo e Lucia abbia mantenuta viva quest'opera fino ai giorni nostri. Viva sì, ma anche sana?

Leggere qualcosa solo perché si deve, e solo perché poi su tale lettura si sarà interrogati, costringe il lettore coatto a vedere l'intera opera come un mero libro di testo, da schematizzare e sintetizzare. Distrugge la bellezza della narrazione, cancella le parti poetiche in quanto non funzionali per la sintesi e riduce i personaggi a mere macchiette, delle quali si ricordano solo pochi dettagli funzionali e nient'altro.

Io ricordo bene quando mi capitò tale disavventura. Avevo guardato per anni a quel libro come alla somma di tutta la letteratura, l'opera irrinunciabile alla quale tendere, ma dietro consiglio di alcuni insegnanti avevo atteso la seconda liceo e la lettura comune. E fu una delusione. I capitoli venivano spezzettati in innumerevoli sequenze, da riassumere in interminabili pomeriggi noiosi. I personaggi, esaltati all'eccesso come esempi di virtù, diventavano così stomachevoli che ricordo di aver augurato la morte a tutti fuorché ai bravi ed a don Rodrigo prima di aver finito il quarto capitolo (più tardi all'elenco dei salvati si unì anche l'Innominato). Per non parlare delle note, che costringevano ad interrompere continuamente la narrazione per imparare qualcosa di non fondamentale, il tutto condito da una data entro il quale un determinato capitolo andava sezionato, analizzato, studiato e riassunto. Di leggere per il puro piacere non s'è mai parlato.

Così sono passati gli anni. Non ho mai osato riavvicinarmi a quel tomo che (complice un vecchi bigino) non avevo nemmeno terminato, e quando l'ho fatto ho optato per una versione priva di note che appartiene a mia nonna. Ed ecco davanti a me il volto vero di Manzoni, scrittore attento, cordiale, simpatico e spesso ammiccante in direzione del lettore. Ecco un romanzo da finire in un paio di giorni, magari senza cogliere ogni minimo riferimento ma assaporando il piacere di un'autentica lettura.

C'è chi dice che senza gli insegnamenti liceali non l'avrei apprezzato nello stesso modo, e questo può anche essere, in parte, vero. Sta di fatto che, proprio grazie a quegli insegnamenti, io a Manzoni avevo già scavato la fossa tempo addietro.

Forse sarebbe più logico insegnare Manzoni come si fa con qualsiasi altro autore, e permettere agli studenti di approfondire la conoscenza delle sue opere autonomamente, perché questa, più che vita, mi pare coma. Ma ovviamente è solo una riflessione personale, un breve spunto. E voi che ne pensate?

2 commenti:

  1. Manzoni (come Dante) è uno degli autori che gli studenti odiano di più, appunto perché la lettura de "I Promessi Sposi" ci viene imposta; e così un'opera bella come questa viene spogliata di ogni capacità di raggiungere il giovane lettore nel cuore. Mi ricordo che quando l'abbiamo letta (al secondo anno di liceo) l'avevo trovata una palla, non vedevo l'ora che finisse e ringraziavo quando la prof ci faceva saltare parti di alcuni capitoli o capitoli interi. Fondamentalmente perché quando si è giovani non piace che le cose vengano imposte, come la lettura di un libro (quanti di noi hanno letto TUTTI i libri che le professoresse ci imponevano di leggere?!?!?! io arrivavo ad un certo punto e mi arrendevo, la ritenevo una cosa inutile, perché tanto poi la professoressa stessa avrebbe evidenziato in classe le parti da sapere ed il "significato" del libro), e perciò tendiamo a fare il minimo indispensabile per raggiungere il 6 . Rifare Manzoni in quinta secondo me è molto utile per rivalutarlo, perché sapere ciò che ha passato nella vita un autore può aiutarti a capirlo e soprattutto ad apprezzarlo. Penso che nonostante la mia professoressa ci abbia detto che tratteremo solo alcune parti del romanzo durante le vacanze lo rileggerò... Non si sa mai che possa (ri)nascere l'amore tra me e Manzoni.
    ^^ (esperienza personale) ^^

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  2. Sinceramente non capisco perchè venga fatto studiare in modo cosi approfondito. E' vero che I Promessi Sposi è un grande romanzo e ha una sua importanza storica, ma ce ne sono molti altri nella letteratura italiana che meritano la stessa considerazione e che a mio avviso hanno un' importanza molto maggiore.
    Secondo me la grande fortuna di questo libro è il fatto che venga fatto studiare a scuola in seconda liceo, se no non sarebbe ritenuto cosi importante. Certo le doti narrative di Manzoni sono notevoli, il modo con cui si rapporta al lettore è piacevole e la satira che cela nelle sue pagine è molto intelligente. Però sinceramente non trovo nessun valido motivo per elevarlo a pietra miliare della nostra letteratura a scapito di altri autori che hanno avuto sicuramente una maggiore importanza anche a livello internazionale.

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