domenica 10 giugno 2012

Per H.

Ma ora basta, ora è tardi, si fa sera, e non si può più mentire, non si inventano altre storie alle soglie dell'estate. Guardiamo e gridiamo questa verità, perché di verità ormai si tratta: noi ci siamo sempre amati, anche quando eravamo lontani, anche quando ti ignoravo, anche quando mi sembrava che corteggiassi tutti tranne me, anche quando il destino ci ha divisi e ho persino pensato che avresti continuato a vivere solo come ricordo ed eterno rimpianto.
E invece tu sei ritornata, tu ritorni ogni volta, e ritorno anch'io dal campo di battaglia, a consolare con te le mie piaghe e spargere altro sale sulle ferite aperte. Perché siamo indivisibili, siamo la mano che regge una spada, il frammento dello specchio in cui riflettere noi stessi. Perché possiamo anche vivere l'uno senza l'altra, ma non essere noi stessi.

mercoledì 21 marzo 2012

Gli amanti

Per farmi perdonare per la lunga assenza, questa notte vi parlerò del mio ultimo lavoro, un romanzo breve intitolato Gli amanti e per ora presente solamente come ebook (il link è alla fine di questo post).
E' un'opera molto diversa da qualunque mio scritto abbiate letto o leggerete, a cominciare proprio dalla genesi, fino a toccare i contenuti e l'impaginazione stessa, come spero avrete modo di notare ed anche, perché no, di apprezzare. Ma andiamo con ordine.

Genesi. 
La prima pagina di questo romanzo è nata lunedì 27 marzo in aula studio, dove ovviamente non stavo studiando in attesa che fosse ora di andare a lezione. Ho buttato giù qualche riga sull'ipad, senza sapere bene cosa ne sarebbe venuto fuori, ho inviato tutto via mail al mio indirizzo di posta elettronica e non ci ho più pensato fino al tardo pomeriggio, quando ho aggiunto un paio di altri paragrafi. E tutto sembrava finito lì.

Io scrivo lentamente, e questo è un fatto risaputo. Passano anche dei giorni tra una pagina e l'altra, ed è come se le idee si condensassero lentamente fino a che non raggiungono il punto giusto in cui esplodere con violenza sulla carta. Ma scrivere mi stanca moltissimo, a livello mentale, e difficilmente riesco a mantenere un livello accettabile se continuo troppo a lungo, per cui il mio massimo si è attestato attorno alle due pagine e mezza giornaliere fino a che, venerdì 2 aprile, esattamente una settimana dopo, non mi sono alzato con la precisa consapevolezza di ciò che dovevo fare: scrivere. Ed ho continuato, più o meno senza pause, per tutta la giornata, mettendomi al pc verso le 9.40 e scrivendo le ultime righe verso mezzanotte e mezza prima di chiudere gli occhi.
Il giorno dopo è stata la stessa cosa, ma con una piccola differenza, perché alle 16.27 potevo scrivere la parola "Fine".
29 pagine, in due giorni.
Non ci credevo.

Contenuti
Non spenderò più di due parole su quest'argomento. Posso solo dire di aver scritto qualcosa in cui il sentimento è l'unica guida, mentre morale e coscienza sono messe da parte. E' giusto? E' sbagliato? Il dovere di uno scrittore è anche educare? Questo non lo so e, francamente, me ne infischio.

Impaginazione
Ammesso e non concesso che la trasformazione in ebook non abbia cambiato qualcosa, noterete che in questo libro non esistono titoletti per i capitoli.
Neanche numeri.
Esiste solo uno spartito, una colonna sonora che vorrei vi accompagnasse nella lettura.
Una riga musicale per ogni attimo di vita.



Ciò detto, vi auguro buona lettura e spero di leggere presto i vostri commenti.

Un abbraccio

Paolo


http://www.amazon.it/Gli-amanti-ebook/dp/B007MD469O/ref=sr_1_2?s=books&ie=UTF8&qid=1332284272&sr=1-2

lunedì 13 febbraio 2012

Mattone o pietra miliare? A voi l'ardua sentenza

Parlando di letteratura italiana è impossibile non citare Manzoni, generalmente ovunque ricordato solo per la sua opera principale ed universalmente conosciuta, vale a dire I promessi sposi. Ma la conosciamo davvero, od è più giusto dire che la sua lettura ci è stata imposta, e proprio per questo non l'abbiamo mai amata?

Premettendo che io credo che non sia giusto costringere qualcuno a leggere un romanzo, per quanto bello possa essere, è innegabile che l'obbligo di studiare le avventure di Renzo e Lucia abbia mantenuta viva quest'opera fino ai giorni nostri. Viva sì, ma anche sana?

Leggere qualcosa solo perché si deve, e solo perché poi su tale lettura si sarà interrogati, costringe il lettore coatto a vedere l'intera opera come un mero libro di testo, da schematizzare e sintetizzare. Distrugge la bellezza della narrazione, cancella le parti poetiche in quanto non funzionali per la sintesi e riduce i personaggi a mere macchiette, delle quali si ricordano solo pochi dettagli funzionali e nient'altro.

Io ricordo bene quando mi capitò tale disavventura. Avevo guardato per anni a quel libro come alla somma di tutta la letteratura, l'opera irrinunciabile alla quale tendere, ma dietro consiglio di alcuni insegnanti avevo atteso la seconda liceo e la lettura comune. E fu una delusione. I capitoli venivano spezzettati in innumerevoli sequenze, da riassumere in interminabili pomeriggi noiosi. I personaggi, esaltati all'eccesso come esempi di virtù, diventavano così stomachevoli che ricordo di aver augurato la morte a tutti fuorché ai bravi ed a don Rodrigo prima di aver finito il quarto capitolo (più tardi all'elenco dei salvati si unì anche l'Innominato). Per non parlare delle note, che costringevano ad interrompere continuamente la narrazione per imparare qualcosa di non fondamentale, il tutto condito da una data entro il quale un determinato capitolo andava sezionato, analizzato, studiato e riassunto. Di leggere per il puro piacere non s'è mai parlato.

Così sono passati gli anni. Non ho mai osato riavvicinarmi a quel tomo che (complice un vecchi bigino) non avevo nemmeno terminato, e quando l'ho fatto ho optato per una versione priva di note che appartiene a mia nonna. Ed ecco davanti a me il volto vero di Manzoni, scrittore attento, cordiale, simpatico e spesso ammiccante in direzione del lettore. Ecco un romanzo da finire in un paio di giorni, magari senza cogliere ogni minimo riferimento ma assaporando il piacere di un'autentica lettura.

C'è chi dice che senza gli insegnamenti liceali non l'avrei apprezzato nello stesso modo, e questo può anche essere, in parte, vero. Sta di fatto che, proprio grazie a quegli insegnamenti, io a Manzoni avevo già scavato la fossa tempo addietro.

Forse sarebbe più logico insegnare Manzoni come si fa con qualsiasi altro autore, e permettere agli studenti di approfondire la conoscenza delle sue opere autonomamente, perché questa, più che vita, mi pare coma. Ma ovviamente è solo una riflessione personale, un breve spunto. E voi che ne pensate?

mercoledì 8 febbraio 2012

Benvenuti

Salve a tutti, e benvenuti in questo piccolo blog. Vorrei iniziare con un semplicissimo intervento, per spiegare le origini del nome del blog stesso e fare qualche riflessione sui temi che andrò via via ad affrontare. Come molti di voi, spero, avranno notato, "Una speranza nel cielo di Praga" è l'ultimo verso di una ben nota e poetica canzone di Guccini, che qui ho voluto riprendere come segno e chiave di tutto il mio lavoro; pur partendo da un concreto presupposto di semplicità ed umiltà, infatti, credo che in qualche modo scrivere e comunicare siano davvero in grado di aprire uno squarcio luminoso tra le nubi che troppo spesso oscurano il nostro cielo. E sono tante, soprattutto ora che l'economia traballa ed il futuro è incerto, anche se io resto fermamente convinto che ad affliggere l'uomo, per quanto egli possa non accorgersene, sia una più triste e diffusa mancanza di valori. Non fraintendetemi, non sono un moralista o un reazionario, solo che credo sia importante avere qualcosa in cui credere, sia esso il corpus di valori della tradizione o uno nuovo poco importa, purchè ci sia. Credo che già da questo primo commento avrete notato quanto facilmente io parta per voli pindarici che mi portano anche molto lontano da quello che era il mo intento. Ma credo che anche questo sia alla base di un più ampio discorso, poichè nulla è avulso dal resto. Tratteremo dunque ogni cosa ci venga in mente di trattare, ed il plurale è d'obbligo perché vorrei che vi sentiste sempre liberi di partecipare, non solo commentando ma anche proponendo nuovi temi. A presto P.